Peste in Madagascar, multa di due milioni a Costa Crociere. Ha modificato il piano di viaggio senza informare i clienti e senza riduzioni sul costo del pacchetto.
Antitrust, multa a Costa Crociere per due milioni di euro. L’accusa ai danni della nota società è quella di aver condotto volontariamente una pratica commerciale scorretta non informando i clienti dell’epidemia di peste che ha colpito il Madagascar, una delle mete fino al 2017 raggiunte dalle navi della compagnia. Dovendo cambiare necessariamente il programma di viaggio, Costa non ha fornito informazioni ai viaggiatori se non dopo la partenza o comunque poco prima della stessa.
Peste in Madagascar, multa di due milioni a Costa Crociere
La nota diramata dal Garante sottolinea che Costa Crociere, per i viaggi neoRiviera e Paradisi sul mare, non ha informato i clienti/viaggiatori dell’emergenza sanitaria che interessa il Madagascar, alle prese con un’epidemia di peste dal 2017. Di fronte al rischio di un contagio, Costa ha deciso saggiamente di cambiare il piano di viaggio modificando il programma relativo agli scali. Solo che i clienti non ne erano a conoscenza e in alcuni casi avrebbero ricevuto la notizia solo dopo la partenza.
Le motivazioni della sentenza
Secondo la sentenza dell’Antitrust, i modi e soprattutto i tempi adottati per comunicare le variazioni rispetto al programma di viaggio comprato dai clienti, hanno impedito, si ritiene volontariamente, ai consumatori di disdire il viaggio nel caso in cui il nuovo itinerario non fosse stato soddisfacente. E, sempre secondo il Garante, i viaggiatori avrebbero avuto il diritto di disdire la prenotazione se non soddisfatti dalle variazioni al programma originario.
Costa Crociere ha invece continuato a vendere i viaggi in questione senza fare menzione dell’emergenza in Madagascar né soprattutto delle variazioni apportate all’itinerario.
Il commento del Codacons
La sentenza è stata accolta con favore anche dal presidente del Codacons Carlo Rienzi: “Troppo spesso le società che organizzano crociere modificano le condizioni del viaggio senza tenere conto dei diritti degli utenti, in modo da rendere loro difficile o impossibile l’esercizio del diritto di recesso“.